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I BIMBI DISABILI E QUEI DIRITTI "SCONOSCIUTI"
di Marisa Melis
QUOTIDIANO SARDEGNA DEL 31 AGOSTO 2011
Ancora una volta trasecolo.Leggevo oggi un articolo su un quotidiano veneto, parlava di un bimbo disabile che non poteva stare in una scuola pubblica di Verona perché iscritto troppo tardi per aver diritto a un sostegno scolastico, che si doveva richiedere entro una certa data (riferito dalla madre). Allora un bimbo disabile che cambia città, non ha diritti?
Si parla di un bimbo che nella scuola primaria ha frequentato la paritaria dove la madre ha DOVUTO pagare di tasca il sostegno. A volte mi chiedo se le persone CONOSCANO quali siano i diritti dei propri figli e non capisco perché persone così deboli non abbiano il supporto di un assistente sociale che possa “illuminarli” sui loro diritti. Intanto una scuola paritaria prende i contributi dallo Stato e deve essere in grado di fornire il sostegno senza che i genitori debbano mettere mano al portafoglio.
Poi nell’articolo si parla di un bimbo molto problematico che avrebbe avuto nella scuola pubblica solo metà sostegno e nessun educatore scolastico, da qui la scelta della madre di optare per una paritaria (dove si paga tutto!)
Quando parlo di “illuminare” certi genitori lo dico a ragion veduta. Infatti, se un bimbo ha poche ore rispetto a quelle previste dalla diagnosi funzionale è proprio il dirigente scolastico che deve attivarsi entro una certa scadenza per fare la richiesta delle ore in deroga. E’ sempre quella figura, che, deve attivarsi per richiedere gli operatori in aiuto del disabile. Se poi le ore assegnate per il sostegno non bastano, la famiglia DEVE ricorrere al TAR che, dà sempre ragione al disabile oltre che, far pagare al Ministero Istruzione le spese processuali e pure il danno esistenziale.
Questo bambino non ha un Neuropsichiatra Infantile che partecipa ai GLH (Gruppo Lavoro Handicap) nella scuola?
Sa la famiglia che si redige per lo studente un PEI (programma educativo individualizzato) che è un progetto di vita dentro la scuola, dove sono elencati tutti i progetti e tutti gli ausili di cui necessita oltre, l’effettiva quantità di ore di sostegno? Il diritto allo studio non sono parole.
Quando lo capiranno? I genitori non devono essere abbandonati, ma aiutati ANCHE a conoscere i diritti dei loro figli.
Tutto ciò che mi fa capire quest’articolo, è che la mamma di questo bambino ha bisogno di un legale, perché le persone che stanno al suo fianco non sono state in grado di dare nessun aiuto concreto.
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